Funghi

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lunedì 30 gennaio 2017

LA NEVE E I PORCINI.

Conosco un detto che più o meno recita così: “molta neve in inverno, molti porcini in estate”.
Credo sia difficile smentire il detto ma neppure confermarlo,  almeno io  non ho elementi per farlo, posso solo fare un commento. Molta neve in inverno ricarica le falde sotterranee ma credo sia difficile che gli effetti pratici sull'umidità nello strato fertile più superficiale del terreno, possano durare oltre la primavera senza nuove piogge.

Ciò di cui sono sicuro  è che la temperatura del bosco innevato non consente la riproduzione del micelio e la fiorita dei porcini, per cui la neve e i porcini hanno ben poco da dividere.

Ma se è così come si spiega la bella foto purtroppo non mia che ho copiata dal sito Cueillette des chamignons?



Come sempre accade non è tutto come appare,  uno dei due della foto è fuori posto ma quale? il porcino o la neve?

Premetto di non avere mai trovato un porcino con la neve ma una volta ci sono andato vicino.
Era ormai la fine dell’autunno quando era partita una buttata nei faggi con temperature più alte del normale. Niente di eccezionale ma per alcuni giorni avevamo raccolto diversi pinicola fino all’arrivo di una perturbazione da nord con una bella nevicata. Aspettavo questo momento da molto tempo e così l’indomani avevo preso un giorno di ferie per salire nella faggeta, o meglio, ci avevo provato….
Nella fretta avevo dimenticato di mettere le catene a bordo della macchina e così quando la strada aveva iniziato a salire assieme alla neve, ero stato costretto a invertire la marcia perdendo l’occasione di fotografare un porcino in mezzo alla neve.
Qualche tempo dopo un amico mi aveva riferito di averli trovati nella neve sotto i castagni.

Ho raccontato questo episodio per dire che la neve e i porcini possono convivere se la neve cade in un bosco già in produzione. Una nevicata nel bosco in produzione rallenta e se persiste, blocca la buttata ma non impedisce lo scatto di una fotografia.

Questa è la conclusione più ovvia e direi scontata ma se non ci si accontenta delle spiegazioni ovvie si può scoprire che la neve e i porcini forse qualcosa in comune ce l’hanno e nel prossimo post mi avventuro sul tema.

mercoledì 25 gennaio 2017

LE DECISIONI MIGLIORI PER TROVARE I PORCINI QUANDO TIRA VENTO.

Quando ancora andavo a pesca di trote risalendo i torrenti dell’Appennino tosco romagnolo, nelle giornate di garbino le trote impazzivano perché sentivano che il tempo stava cambiando e si mettevano in caccia di prede.
Le trote sanno bene che il garbino è il tipico vento che anticipa una perturbazione e chi và a caccia di porcini deve, come le trote, essere molto attento a tutti i venti perché in montagna possono essere portatori di pioggia ma solo sui versanti sopravvento.

Quando il vento risale i versanti verso l’alto condensa in nubi e in certe condizioni, lungo quei versanti sopravvento, può dare luogo a precipitazioni anche intense e improvvise.
Tante volte durante le uscite a porcini ho fatto il bagno sotto un temporale improvviso senza essere attrezzato e siccome l’esperienza insegna, quando tira il garbino non lascio mai in macchina l’impermeabile. Col tempo ho poi scoperto che la cosa migliore è un piccolo ombrello che posso richiudere e infilare in una tasca della giacca senza alcun fastidio. Se malauguratamente inizia a piovere apro l’ombrellino che in mezzo alle fronde degli alberi non serve a niente ma lungo il sentiero del ritorno è fantastico.

Quando il vento scavalca l’Appennino e scende dal versante opposto sottovento si comporta al contrario ovvero si comprime e si riscalda giungendo a valori di temperatura anche sostanzialmente più elevati, con umidità decisamente più scarsa rispetto a quelli di partenza sopravvento e conseguenze pessime sui porcini.

                                 
Per ricapitolare, il vento produce due effetti che richiedono comportamenti diversi.

1.    Accelera l’evaporazione dell’umidità nel terreno particolarmente lungo i versanti sottovento.
Se il vento è preceduto da periodi di pioggia che abbiano già avviato la riproduzione del micelio, è bene battere i versanti sopravvento e riparati ma se la pioggia è stata abbondante si possono controllare anche i versanti sottovento. Se ti interessa approfondire la maggiore riduzione dell’umidità nel terreno provocata dal vento e gli effetti sui porcini, puoi dare un occhiata al mio modello di previsione col LINK: TROVARE I FUNGHI PORCINI

2.    Con vento caldo per 3/4 giorni senza pioggia in precedenza è meglio stare a casa ma è bene tenere sotto controllo le stazioni meteo per prepararsi alla caccia ai temporali guardando la direzione da dove proviene il vento e ne parlerò nei prossimi post.

Per concludere mi sento di dire che anche il vento ha i suoi lati chiari e scuri e chi vuole andare a porcini deve sapere cogliere le opportunità in ogni situazione,

domenica 22 gennaio 2017

GLI EFFETTI DEL VENTO SULLA PRODUZIONE DEI PORCINI.

Il vento è considerato a ragione uno dei peggiori nemici dei porcini e anche su questo ci sono tante opinioni del genere:
Altera l’equilibrio del sottobosco.
Indurisce il terreno e non permette al fungo di sbucare.
Ferma lo sviluppo del fungo.

In linea di massima sono opinioni condivisibili ma non aiutano a capire le conseguenze pratiche del vento nelle diverse situazioni. Ad esempio nel corso della mia esperienza ho avuto modo di osservare effetti del vento diversi con buttate partite nonostante il forte vento durato più giorni, altre nelle quali il vento ha bloccato completamente la produzione.

Ecco perché.

I porcini dipendono dall'umidità presente nel terreno. 
Il vento aumenta l’evaporazione e di conseguenza riduce l’umidità nel terreno più velocemente rispetto alla norma con effetti diversi sulla produzione di porcini a seconda dell'intensità, della durata, della esposizione dei versanti,  del tipo di vento e naturalmente della quantità di pioggia.

Ad esempio il vento peggiore è quello caldo  e asciutto che spira da Sud-Ovest generalmente chiamato Foehn e che in Romagna chiamiamo garbino. È un ventaccio che asciuga l’aria e fa venire il mal di testa ma i porcini possono uscire ugualmente, se si scelgono le fungaie nei giusti versanti e poi bisogna aggiungere che una cosa positiva molto interessante per i porcini ce l’ha anche il garbino.
 

Nel prossimo post racconto in che modo anche il vento caldo di garbino può essere alleato dei porcini e come ci si può comportare in generale quando si va a porcini col vento.

giovedì 19 gennaio 2017

IL VENTO, I TEMPORALI, LA GRANDINE, LA NEVE, LA NEBBIA.

Cosa succede ai porcini?
Nelle situazioni “normali” i porcini continuano ad uscire fino a quando l’evaporazione è compensata da nuove piogge e la temperature dell’aria resta contenute nel range di produzione. La produzione ha un andamento parabolico come ho descritto nel mio modello di previsione TROVARE I FUNGHI PORCINI

Il delicato equilibrio fra giusta umidità e temperatura del terreno  può essere modificato da alcuni eventi meteo che non possono essere previsti e bisogna saperne valutare gli effetti nel momento in cui si presentano.


Senza pioggia non ci sono porcini ma troppa pioggia è dannosa quanto la siccità. Il vento sicuramente non aiuta ma non è affatto detto che sia sempre dannoso, poi ci sono i temporali, la nebbia, la grandine e addirittura la neve.
In questi casi i fungaioli più esperti sono in grado di adottare i comportamenti migliori e proseguono la raccolta nelle fungaie meno influenzate dagli aspetti negativi perché ne sanno valutare gli effetti.


Nei prossimi post cercherò di raccontare la mia esperienza su ognuno di questi eventi assieme a una valutazione ottenuta con i dati del mio metodo di previsione.

lunedì 16 gennaio 2017

LA BUTTATA DEI PORCINI IN PILLOLE

I giorni della buttata sono quelli che attendiamo tutto l’anno ma sono pochi, e non possono essere sprecati. Negli ultimi post pubblicati ho descritto i caratteri principali della buttata da tenere sotto controllo per trovare i porcini e di seguito li riassumo.



Il micelio presente nelle fungaie fruttifica nei giorni della buttata fino a quando la pioggia residua nel terreno e la temperatura mediana dell’aria restano nel range cioè nell'intervallo utile di produzione.

La produzione cresce con il crescere della pioggia e della temperatura, scende quando l’umidità cala per evaporazione e allo stesso modo scende con molta pioggia e bassa temperatura.

Nei giorni della buttata si trovano i porcini e si impara ad andare a funghi.

Una buttata può durare da pochi giorni a oltre venti, mediamente dura una decina di giorni.

Nello stesso bosco si possono avere 2/3 buttate ogni anno in corrispondenza di cambiamenti meteo importanti anche legati alle stagioni ma non è una regola. Ci sono anni nei quali non parte neppure una buttata e altri dove si ripetono con maggiore frequenza.

Per prolungare la raccolta bisogna inseguire le buttate passando da un bosco ad un altro ma anche da un’altezza a un'altra nello stesso bosco.

Dopo che il micelio ha smesso di produrre, la buttata prosegue con i funghi già spuntati che completano il ciclo di crescita in due/quattro giorni nelle fungaie al caldo della collina e in cinque/sette giorni al fresco della montagna

La buttata parte con una prima volata caratterizzata da piccoli porcini in buon numero, seguita da altre volate con meno porcini ma di maggiori dimensioni.

Durata e intensità della produzione sono indipendenti, possono esserci buttate molto brevi con alta produzione e viceversa.

Per trovare i porcini bisogna leggere i segnali del bosco; con piogge scarse si scelgono le fungaie più umide e riparate, con pioggia  abbondante è meglio battere le fungaie assolate.


La buttata può essere prevista con una settimana di anticipo e si può tenere sotto controllo sia la durata che l’intensità della produzione col mio modello di previsione.

giovedì 12 gennaio 2017

LE BUTTATE CONSECUTIVE
Come ho detto la buttata continua per tutto il tempo in cui la pioggia residua e la temperatura mediana dell’aria restano nel range di produzione indicato nel mio modello di previsione TROVARE I FUNGHI PORCINI.
Fuori dal range la buttata si interrompe.
Si tratta di un equilibrio molto delicato e basta poco per interromperlo,  questo è il motivo per il quale le buttate molto spesso durano solo alcuni giorni.


Come in tutte le cose, ci sono le eccezioni.
A volte, nel corso di una buttata può accadere che si ripeta un nuovo evento meteo con nuova pioggia e nuovo sbalzo di temperatura. Se la pioggia raggiunge il minimo necessario per la produzione e la temperatura torna nel range, l’effetto non è il semplice prolungamento della buttata in corso ma la partenza di una vera e propria nuova buttata consecutiva con la precedente. La nuova produzione ha le proprie volate e interessa le fungaie già in produzione ma anche nuove fungaie nello stesso bosco.
Si tratta di situazioni rare ma accadono come nel caso della  la buttata lunga che ho già descritto nel post del 14 Dicembre.

In quella buttata, dopo una decina di giorni dalla partenza della produzione senza nuove piogge e oltretutto con un bel vento durato più giorni, il terreno appariva asciutto con meno funghi rispetto alle uscite precedenti in gran parte vecchi.
La buttata era arrivata alla fine.
A quel punto era intervenuto un nuovo evento meteo con nuovo sbalzo che aveva ristabilito il giusto range di produzione e dopo alcuni giorni il bosco sembrava rifiorito. 
Nelle uscite successive si trovavano ancora funghi molto vecchi residui della precedente buttata ma soprattutto tanti  funghi freschi di ogni specie in maggioranza freschi e piccoli: porcini, amanniti, russole, lattari, pineroli, cortinari, qualche falso prugnolo e pochi funghi autunnali con qualche nebularis. Era partita una vera e propria nuova buttata senza soluzione di continuità rispetto alla precedente e la raccolta era continuata per 20 giorni. Se non avessi tenuto sotto controllo il range di produzione molto probabilmente avrei perso l’occasione per assistere a quello spettacolo.


Nel prossimo post faccio una riflessione per approfondire l’argomento.

martedì 10 gennaio 2017

PER TROVARE I PORCINI BISOGNA LEGGERE I SEGNALI DEL BOSCO.

Nell'ultimo post con un esempio concreto ho commentato il diverso comportamento di tre fungaie negli stessi giorni nel pieno di una buttata breve ma intensa.
Con quel post ho voluto dire che per trovare i porcini bisogna leggere i segnali del bosco e camminare ma non a caso.

Io faccio così.
La sera prima del’’uscita controllo le mie stazioni meteo di riferimento e in due minuti calcolo il rapporto pioggia temperatura per conoscere le condizioni medie del bosco. Nel caso in cui la pioggia sia scarsa scelgo un percorso che tocca le fungaie più umide e riparate, se invece la pioggia è abbondante batto le fungaie assolate dove la buttata può essere più intensa e di breve durata.
La produzione cresce con il crescere della pioggia e della temperatura, scende quando l’umidità cala per evaporazione e allo stesso modo scende con molta pioggia e bassa temperatura come ho descritto nel mio modello di previsione TROVARE I FUNGHI PORCINI attraverso grafici e tabelle con i valori della quantità di porcini al variare della pioggia residua e della temperatura mediana.  


Alcuni amici hanno postato commenti di meraviglia per la quantità di porcini che si intravvedono in alcune fotografie che ho pubblicato.
Anch'io mi stupisco di fronte allo spettacolo di una bella buttata di porcini ma non è impossibile trovarsi in mezzo.
Il guaio è che molto spesso le buttate durano solo pochi giorni e nella mia lunga esperienza  nessuno mi ha mai informato con tempestività. Anche gli amici più vicini aspettano qualche giorno prima di avvisarmi e io stesso prima di passare la notizia faccio un paio di uscite in silenzio. 
Attraverso questi post mi piace condividere la mia esperienza e non credo che per questo troverò meno porcini nei miei posti, che non indico con precisione ma anche se lo facessi non cambierebbe molto lo stesso perché, in fondo, i boschi produttivi sono più o meno conosciuti da tutti. La cosa difficile è quella di individuare la partenza della produzione e sapersi muovere sapendo leggere il bosco e i cambiamenti che influenzano la produzione.
Mi auguro che il mio modello di previsione e l’esperienza che sto condividendo col blog, possa aiutare qualche appassionato.
I porcini nei boschi ci sono sul serio e non solo in Romania o sulle Alpi, se così non fosse non li troveremmo neppure al supermercato.


venerdì 6 gennaio 2017

INTENSITÀ DELLA BUTTATA

Breve durata non significa necessariamente bassa produzione. Spesso abbiamo fatto raccolte abbondanti in pochissimi giorni.
Un esempio concreto è quello della buttata di Settembre che ho commentato sul blog.

Nella prima uscita di quella buttata eravamo finiti in un nido con tanti porcini in pochi metri quadrati.


Due giorni dopo, in quella stessa fungaia, non c’era assolutamente niente (neppure le nostre tracce precedenti che avevamo ben evitato di lasciare) così c’eravamo spostati in una fungaia distante solo qualche centinaia di metri dove ad aspettarci c’era un altro nido con porcini appena più grandi e la foto, dove se ne intravvedono 8, non rende giustizia.


Due giorni dopo in quest’ultima fungaia ne avevamo trovati solo 5/6 vecchi e niente nella prima.
Le due fungaie erano su un versante molto ripido, assolato e scarsa vegetazione.

Negli stessi giorni in una fungaia non distante da queste due avevamo trovato meno porcini ma per tutto il periodo della buttata e sempre freschi con le caratteristiche delle volate successive.

Come si spiega?

Nelle prime due fungaie sul versante ripido e assolato la produzione era stata intensa per l’ottimo rapporto pioggia temperatura ma si era subito esaurita in un’unica brevissima volata, a causa dell’evaporazione alta che in quel versante esposto aveva rapidamente asciugato il terreno.

Nella terza fungaia più riparata e ombreggiata, il rapporto pioggia temperatura era rimasto nel range di produzione più a lungo e il micelio aveva continuato a produrre per più tempo ma con quantità inferiori perché la temperatura più bassa non compensava pienamente l’elevata pioggia.

Nel prossimo post entrerò più nel dettaglio.


giovedì 5 gennaio 2017

NELLA FOTO CI SONO PORCINI DELLA SECONDA VOLATA

freschi e di buone dimensioni. Se vuoi approfondire l’argomento che ho trattato nel post di ieri puoi vedere e se ti interessa, scaricare il mio modello di previsione col link:TROVARE I FUNGHI PORCINI


martedì 3 gennaio 2017

ECCO COME RICONOSCERE UNA BUTTATA DI PORCINI

Nel post precedente ho scritto che i porcini sbucano già piccoli oppure grossi e invecchiando crescono solo in volume. Ho pure detto che la buttata parte con volate caratterizzate da porcini di una certa dimensione e prosegue con altre volate di diversa dimensione.
Sono giunto a queste conclusioni partendo da una osservazione fatta fin dai primi anni del mio viaggio fra i porcini.

“Eravamo in cammino da alcune ore in una bella faggeta per noi sconosciuta con l’attenzione più rivolta a non perdere il sentiero appena tracciato, piuttosto che a trovare i porcini  e ovviamente non ne avevamo trovato neanche uno. Lungo un crinale avevamo incrociato un ragazzo e una ragazza più o meno della nostra età e così fra un saluto e un commento ci avevano mostrato il loro cesto con molti piccoli porcini freschi tutti delle stesse dimensioni.
Un po’ frustrati ma con nuovi stimoli avevamo ripreso il cammino nella direzione dalla quale provenivano i due ragazzi e alla fine qualche porcino simile ai loro era finito anche nel nostro cesto."

Col tempo l’osservazione di funghi con le stesse caratteristiche si era ripetuta,  così avevo deciso di affrontare la questione in modo scientifico. Ogni volta che tornavo da una uscita, contavo il numero di porcini trovati, li pesavo e calcolavo il peso/porcino. Dopo aver appuntato il risultati di molte buttate ho iniziato a incrociare i dati e con una certa sorpresa sono arrivato a un risultato molto interessante documentato dal peso dei porcini nel mio modello TROVARE I FUNGHI PORCINI di cui riporto un estratto.

Le successioni con le quali sbucano i porcini durante una buttata, prende il nome di volate.
L’analisi delle 100 buttate documentate nel corso della mia ricerca mi ha permesso di comprendere lo schema di evoluzione delle buttate attraverso le caratteristiche dei porcini nelle volate successive.
Il numero e la durata delle volate variano al variare dell’intero periodo di produzione; minori sono i giorni di produzione più corte sono le volate.
Le volate sono identificabili in base al numero e al peso dei funghi.

La prima volata parte alla fine della riproduzione del micelio  ed è la migliore per numero di porcini trovati,; può durare da pochi giorni a una settimana.
I porcini della prima volata sono freschi  e di piccola taglia.



Nella seconda volata a metà dell’intervallo utile di produzione si trovano meno funghi con un peso medio quasi doppio rispetto ai precedenti.


L’ultima volata, parte alla fine dell’intervallo utile e i porcini completano la crescita entro pochi giorni. Spesso sono funghi di grossa taglia ma anche pieni di larve”.


Conoscendo la successione di crescita dei porcini siamo in grado di dire se appartengono a una buttata appena partita o già in fase di esaurimento.
In tante occasioni ho scelto il bosco e la fungaia dove spostare la ricerca, proprio dalla dimensioni del porcino visto nel cesto di un amico o in una fotografia.