Funghi

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mercoledì 30 novembre 2016

COME INDIVIDUARE LO SBALZO UTILE PER I PORCINI.

Nel precedente post ho parlato dello sbalzo di temperatura che imprime l’impulso di partenza al micelio per la riproduzione e ho detto che conviene verificarlo con i numeri.

Ecco i motivi per usare i dati meteo.
1.      Il motivo più importante  è capire se lo sbalzo di temperatura è sufficiente oppure no.
    Uno sbalzo di pochi gradi non serve e addirittura non sono rari gli eventi meteo senza alcuno sbalzo di temperatura che non fanno partire alcuna buttata.
2.      individuare con precisione il giorno in cui la temperatura dopo lo sbalzo, risale o scende ai valori di temperatura compresi nel range perché da quel giorno parte la riproduzione del micelio.
3.   Sapere cosa accade nel bosco a cento Km di distanza anche nel caso di temporali localizzati proprio nei nostri boschi.
I temporali sempre più spesso localizzati permettono di fare ottime raccolte in particolare se sono accompagnati dalla grandine che moltiplica lo choc termico nel terreno e con lui i risultati.

Io faccio così.

1.  Nel corso di un evento meteo guardo la temperatura giornaliera nelle stazioni vicine ai miei boschi fino a quando raggiunge il valore minimo poi torna a risalire.

2.     Quando la temperatura si stabilizza di nuovo verifico che lo sbalzo sia superiore a 8°C in pochi giorni. Quello è il giorno cercato nel quale parte la riproduzione del micelio.

Nei prossimi due post mi occuperò del modo pratico per individuare il numero di giorni necessari da attendere dopo lo sbalzo, per la partenza dei porcini in ogni bosco e stagione.


Alcune domande e risposte:
Marco: lo sbalzo di temperatura deve rimanere compreso nel range di produzione oppure può uscire in più o meno?
Risposta: lo sbalzo riduce rapidamente la temperatura fuori dal range ma per essere utile deve durare pochi giorni e dopo lo sbalzo, la temperatura deve entrare nel range. Generalmente in primavera la temperatura dopo lo sbalzo diventa più alta rispetto alla temperatura di prima dello sbalzo mentre in estate e autunno più bassa.

Marco: lo sbalzo si riferisce alla terra oppure all’aria.
Risposta: Alla temperatura dell’aria. La variazione di temperatura del suolo purtroppo non è disponibile sui siti.

Marco: Uno o due giorni di freddo bastano a raffreddare la terra?
Risposta: Bastano perché sono associati alla pioggia che satura e raffredda rapidamente lo strato fertile del terreno. Il problema si pone per il successivo calore che il terreno deve accumulare per produrre in particolare in primavera col terreno freddo. In questo caso non bastano pochi giorni ed è per questo motivo che nel mio modello ho introdotto il concetto di temperatura mediana.

Giuseppe: Vale per tutti i tipi di piante?
Risposta: Ogni pianta ha i suoi funghi preferiti ma il meccanismo di attivazione del micelio è lo stesso.

Lele: Nel Piacentino sono tre giorni che a 400mt. di altezza ci sono 4°C di notte.
Risposta: Abito a 200Km di distanza e dai siti meteo si legge molto bene il cambiamento in atto nelle tue zone ed è il terzo dopo i due di Settembre.

Simone: Davvero interessante questa cosa…..

Se ti interessa approfondire l’argomento puoi visionare ed eventualmente scaricare il mio modello di previsione completo usando il LINK: TROVARE I FUNGHI PORCINI

lunedì 28 novembre 2016

PER FARE USCIRE I PORCINI SERVE UN CAMBIAMENTO.
Un forte sbalzo di temperatura imprime l’impulso di partenza al micelio presente nelle fungaie e ne attiva la riproduzione:
trascorso il tempo necessario escono i porcini.

Spesso si rischia di sottovalutare lo sbalzo per un semplice motivo.
La stagione dei porcini generalmente inizia nel mese di Maggio e termina a Novembre a seconda delle regioni e dell’altezza dei boschi. In questo periodo la temperatura è generalmente compresa nel range di produzione e prima o poi arriva anche una bella perturbazione con parecchia pioggia. In queste circostanze si inizia a contare i giorni per programmare le uscite che spesso hanno esito favorevole e altrettanto spesso  mi è capitato di sentire un commento:
Quando fanno, fanno dappertutto e se non fanno è perché siamo in presenza dell’eccezione che conferma la regola.
A forza di eccezioni si rischia di perdere le buttate migliori.

È vero che una perturbazione importante è spesso accompagnata da una repentina variazione di temperatura e può mettere in secondo piano l’importanza dello sbalzo, ma non è sempre così.
Ad esempio ad inizio autunno quando la temperatura è generalmente buona ovunque, ho potuto osservare in più di un’occasione, un evento meteo con la pioggia necessaria ma senza alcuna variazione di temperatura quindi senza sbalzo. In questi casi la buttata è stata debole o addirittura non è partita, nonostante ci fossero tutte le condizioni favorevoli. Le buttate migliori delle oltre 400 che ho analizzato per elaborare il mio modello di previsione TROVARE I FUNGHI PORCINI, sono sempre state accompagnate da un cambiamento delle condizioni meteo associate a un bello sbalzo di temperatura. 
Se vogliamo essere nel bosco nel momento giusto dobbiamo sapere individuare questo sbalzo.


Ci sono molte circostanze nelle quali  è intuitivo avvertire lo sbalzo di temperatura importante, in particolare nei cambi di stagione:
In primavera nel passaggio dal freddo dell’inverno, al caldo della primavera.
In estate dopo una bella perturbazione con brusca riduzione e immediata risalita della temperatura.
In autunno nel momento di passaggio dall’estate calda all’autunno fresco.
In tardo autunno dopo un periodo di caldo anomalo e successiva rapida discesa della temperatura ai valori normali.

 Altre volte è l’esperienza che ci aiuta a leggere i segnali di cambiamento.

Quando siamo nel bosco
Se guardiamo con attenzione possiamo vedere piccole nuvole di vapore che salgono dal terreno e subito si dissolvono. Sono i giorni della  “ calda fredda” durante i quali il terreno “bolle” col vapore che sale dal terreno più caldo dell’aria.
In questi giorni i porcini non sono ancora sbucati, ma si può essere certi che lo faranno presto.


Quando in auto attraversiamo il bosco
con quella pioggerella leggera che quando tocca terra si trasforma in vapore e risale come se qualcuno avesse messo un pentolone sul fuoco; lungo i versanti esposti a sud, sopra una scogliera del fiume, nei calanchi d’argilla e nelle depressioni del terreno riparate, ovunque c’è fumo di vapore caldo che sale e pioggerella fredda che scende.

Ma se è così facile individuare i giorni della calda fredda, perché mai dovremmo complicarci la vita con i calcoli e  i siti meteo?
Nel prossimo post proverò a rispondere anche con i commenti degli amici.

sabato 26 novembre 2016

OGNI REGIONE HA I SUOI MESI PER I PORCINI.  MAGGIO

L’amico Santino in un suo commento ha citato un vecchio detto popolare “Maggio e Giugno il miglior fungo”  io lo conosco così "a Giugno il buon fungo" e ho sempre pensato sia riferito al sapore ma non ne sono sicuro.

La lunga pausa invernale ci ha “cucinato” per bene, così non vediamo l’ora di allacciare gli scarponi ai piedi e staccare il bastone dal chiodo dove l’abbiamo appeso in Novembre.
In questo mese il terreno è umido grazie alle piogge generalmente abbondanti di Aprile e dopo la prima “calda fredda” di passaggio dalle temperature dell’inverno a quelle della primavera possiamo decidere di uscire dal letargo. Meta sono i prati a quote vicine ai 1000mt alla ricerca dei “cerchi delle streghe” con l’erba bella rigogliosa grazie allo scambio proficuo che le radici fanno con i prugnoli ma anche con le gambesecche. Viste da lontano, le “strisce” appaiono perfettamente uguali ma io sono più contento quando dal bordo esterno sbucano delle belle cappelle bianche, anzi sono ancor più contento se le strisce non sono devastate dai soliti furboni che pur di raccogliere un funghetto di qualche mm. non si fanno scrupolo di strappare tutta l’erba.
Ricordo una domenica di molti anni fa un'uscita in un prato fra boschetti di faggio e cerri su un altopiano coperto di orchidee, raggiungibile in due ore di cammino lungo una stradina di sevizio in ripida salita chiusa da una sbarra. Trovarsi in quel luogo in primavera vale da sola la fatica per la scalata anche se non si trovano i funghi, soprattutto nelle giornate chiare dove lo sguardo può spaziare fino alle montagne del centro Appennino. Quella volta lassù in cima ad aspettarci c’era una pattuglia di servizio della forestale e dopo i controlli di rito avevamo approfittato per chiedere consigli sulle zone migliori da visitare; la risposta era stata chiarissima quanto disarmante:
“non potete sbagliare, seguite le ruotate delle auto in mezzo ai prati…”
Era vero!


 Maggio non può neppure sbagliare per le spugnole, le verve, i coprini, i prataioli e i marzuoli ma i porcini?
Dal mese di Ottobre ho iniziato ad applicare il mio modello di previsione alle medie trentennali di pioggia e temperatura in tutte le regioni d’Italia per ottenere le mappe statistiche sulla possibilità di avere una buttata di porcini nelle diverse regioni in ogni mese.
Riassumo i risultati pubblicati nei post precedenti che possono essere letti sul mio blog:
Nel mese di Ottobre i porcini inseguono il caldo e si spostano verso le regioni del Sud. 
Nel mese di Novembre si trovano più facilmente in Calabria.
Nel mese di Aprile i porcini ricominciano a risalire lo stivale ma solo se le temperature sono più alte della norma.


 IN GENERALE NEL MESE DI MAGGIO:
il terreno ha una temperatura più bassa di quella dell’aria e non bisogna farsi ingannare dalla sensazione di caldo che possiamo avvertire a pelle.
A differenza di quanto accade in autunno, in Maggio il terreno freddo assorbe calore dall’aria per cui è importantissimo verificare se la temperatura del terreno è o meno gradita ai porcini, il modo migliore per farlo è quello di misurarla direttamente con un termometro e confrontarla con i valori che ho riportato nel mio modello di previsione.
Preciso che il termometro aiuta ma non sostituisce la nostra conoscenza del bosco.
Conoscere il bosco significa sapere quali sono i versanti più o meno caldi, le zone umide e fredde, quelle dove le foglie si accumulano e rallentano il riscaldamento del terreno ma anche la perdita di umidità, i calanchi dove il sole non arriva mai, le zone con gli alberi radi che permette al sole di riscaldare più efficacemente….
è il solito discorso, per trovare i porcini bisogna conoscere il bosco ma anche non avere pregiudizi ad utilizzare qualche facile accorgimento suggerito dal buon senso.
                                                                 LA MAPPA.  


Arco alpino nelle zone pedemontane sotto 800mt la temperature è compresa nel range per i edulis e pinicula e appena inferiore per aereus estivalis quindi è necessario indirizzare la ricerca sui versanti e le zone calde. Ricordo che passando da un versante freddo a uno caldo possono esserci differenze di 3/4 °C.
La pioggia è scarsa al limite del range ma il terreno è umido per le piogge di Aprile. 
In mappa segnalo le situazioni interessanti.

Appennino centrale sotto 1000 mt. si riscontra la stessa situazione descritta per le zone pedemontane delle Alpi. In mappa segnalo le situazioni interessanti

Regioni tirreniche La temperatura è vicina al range di produzione anche per aestivalis ma la pioggia è insufficiente, per sperare bisogna attendere  piogge superiori alla norma. Non segnalo alcuna zona.

Sud. La temperatura è nel range per tutti i porcini ma la pioggia è generalmente scarsa. Segnalo nella mappa una possibilità per aereus e estivalis in una zona statisticamente piovosa nella regione Basilicata.

Isole temperatura è nel range per tutti ma la pioggia è decisamente inferiori al necessario. Non indico possibilità.

Nel complesso mi sento di affermare che nel mese di Maggio si riapre la stagione dei porcini ma bisogna inseguire il caldo, sapersi accontentare e mettere in conto anche uscite a vuoto. L’uso di un bel termometro con sonda può aiutare anche i più esperti, ovviamente senza pretendere che possa sostituire completamente i suggerimenti dell’esperienza e le sensazioni che cogliamo dalle osservazioni del bosco e di cui ho parlato in altri post.

Ripeto che la mappa fornisce una indicazione statistica poiché è ottenuta con i valori di pioggia e temperature medi trentennali in tutte le regioni, ai quali ho applicato il mio metodo di previsione che se ti interessa puoi vedere ed eventualmente scaricare utilizzando il LINK: TROVARE I FUNGHI PORCINI

martedì 22 novembre 2016

COSA SUCCEDE AI FUNGHI DOPO IL TAGLIO DEL BOSCO?

L’amico Marco mi ha scritto questo messaggio:
Sui funghi nei boschi tagliati se ne sentono tante….chi dice che crescono prima e di più, chi dice solo i primi anni e poi a ripartire dal settimo, chi dice troppo sporco e impraticabile (soprattutto cerro e castagno)..qual è la verità secondo te e cosa ne pensano i fungaioli di face book.
Ecco la mia esperienza.

I boschi che frequento sull'Appennino sono in grande maggioranza costituiti da latifoglie e molto meno da conifere.
I secondi e i primi con età maggiore di 40 anni sono governati a fustaia, gli altri a ceduo che si basa sulla capacità delle piante di emettere polloni nuovi dalle ceppaie tagliate.

Per me le fustaie, soprattutto quelle di faggio, sono i boschi quelli veri, dove le chiome degli alberi spesso si uniscono a formare una copertura continua attraverso la quale ogni tanto sbuca qualche lama di luce. Il sottobosco è un tappeto di foglie secche in tutte le stagioni senza ostacoli per il passo ma neppure per lo sguardo, come quella volta quando un capriolo che non mi aveva sentito, si spostava tranquillamente fra i tronchi e io non mi ero stupito; lui faceva parte dell’ambiente e in quell'attimo forse ne facevo parte anche io.
La ricerca è tranquilla, non è necessario fare lo slalom fra le frasche, gli arbusti e la vegetazione e si può scegliere la direzione giusta seguendo il proprio istinto senza però perdere la concentrazione. Poche volte capita di vedere un fungo proprio in bella vista, più spesso i porcini si mimetizzano perfettamente con le foglie e solo l’esperienza consiglia di spostare quel mucchietto  con la punta del bastone.


Tagliare alberi in questi luoghi dovrebbe essere considerato un sacrilego e debbo dire che mi è capitato raramente di vederlo, forse perché in genere sono boschi con qualche grado di tutela, parchi, riserve, oasi…
A onor del vero, le poche volte che ho visto il taglio in questi boschi non è stato affatto distruttivo bensì selettivo effettuato su  tronchi precedentemente segnalati con lo scopo di dare aria e luce al bosco. Dopo il taglio il bosco non aveva cambiato aspetto in modo radicale e per i funghi forse l’ambiente era addirittura migliorato. 
Quando le chiome diventano troppo fitte e impediscono al sole di scaldare il terreno, molti funghi ne soffrono e fra questi i porcini che invece traggono beneficio dalla luce e dal calore del sole che li tocca.
A mio avviso non si può demonizzare il lavoro degli onesti boscaioli, c’è solo un problema di misura per i privati e di controllo per chi lo deve fare.
Un amico montanaro mi ha raccontato del taglio di alleggerimento fatto a una fustaia in zona protetta, assegnata dall'ente gestore ad una società privata con un disciplinare che prevedeva tutte le avvertenze da usare per non danneggiare il sottobosco. La società evidentemente interessata solo ai proventi della legna aveva pensato bene di accelerare i lavori utilizzando i mezzi cingolati, col risultato di devastare il terreno e il sottobosco, per questo era stata bandita da ogni gara futura ma il bosco non ne aveva certo tratto vantaggio.

I guai più grossi possono venire fuori quando il bosco è governato a ceduo ma anche in questo caso è un problema di misura.


Uno dei nostri migliori territori di ricerca era un bosco misto abbastanza infrascato con alberi di diversa età, querce, carpini, castagni ma anche qualche acero, frassino, sorbo e arbusti di ogni genere. Camminare là in mezzo era faticoso perché si doveva procedere fra ostacoli di ogni genere e in più il versante ripido ci costringeva a fare forza sul bastone ma la fatica era sempre compensata, da fantastici aereus e aestivalis ma anche ovuli, galletti, russule…
L’anno dopo non potevamo credere ai nostri occhi.
Un orda di vandali assassini era passata da quelle parti, le ceppaie non esistevano più, rimaneva qualche sparuto alberello in qua e in la a testimoniare che quello, una volta era un bosco e non una legnaia con i tronchi tutti a terra.
Era impossibile muovere anche un solo passo.
L’anno successivo i tronchi degli alberi tagliati e i rami più grossi erano stati in parte portati via e in parte accatastati ma il terreno era stato devastato dai salti fatti fare ai tronchi tagliati che per essere trascinati a valle erano stati lanciati lungo il ripido versante. Le ramaglie più sottili non commercializzabili coprivano tutto.
L’anno dopo ancora, ogni ceppaia aveva ricacciato  diversi polloni alti quanto noi e la vegetazione di sottobosco  aveva creato un groviglio  impossibile da penetrare; cosa potesse accadere ai funghi la sotto, resterà un mistero per molti molti anni.



Non sempre il governo a ceduo viene praticato in modo così devastante.
Alcuni anni fa i boscaioli avevano fatto il loro lavoro in una faggeta a ceduo stupenda per edulis e pinicula con una tecnica completamente diversa dalla precedente.
A ogni ceppaia erano stati lasciati due o tre polloni di discrete dimensioni assieme a qualche albero scelto fra i più belli e il terreno era stato subito ripulito dalla legna ma anche dalle ramaglie. Il bosco era cambiato ma non devastato, la vegetazione di sottobosco non era riuscita a prendere il sopravvento e in un paio di anni aveva ritrovato il suo equilibrio con i porcini più che mai in salute, grazie alla maggiore insolazione del terreno.

Quindi secondo la mia esperienza, le conseguenze del taglio del bosco hanno sempre effetti importanti sui funghi ma non necessariamente disastrosi, dipende dalla civiltà di chi opera, dal tipo di governo a cui il bosco è destinato e dalla competenza di chi deve sovrintendere. 
Ho descritto la mia esperienza su come trovare i porcini e i boschi nel manuale che puoi vedere ed eventualmente scaricare col LINKTROVARE I FUNGHI PORCINI







domenica 20 novembre 2016

I BOSCHI MIGLIORI PER I PORCINI NEL MESE DI APRILE.

La stagione dei porcini è finita ma di appendere il bastone al chiodo non se ne parla neppure. Le perturbazioni di questi giorni hanno provocato un bello sbalzo di temperatura, preludio del cambio di stagione dall’autunno all’inverno e  qualche fungo che non ha tanta paura del freddo potrebbe decidere di farsi vedere.
Il pensiero però corre veloce e già mi interrogo sulla nuova stagione. Quando partirà? Come sarà?.....
Lo sapremo soltanto vivendo ma non rinuncio all'idea di capire in quale mese e regione si creeranno prima le condizioni gradite ai porcini.
Così continuo ad applicare il mio modello di previsione, ai dati storici di pioggia e temperatura per completare la mappatura dei boschi in tutte le regioni dove i due valori entrano nel range di produzione.
La mappa del mese di Novembre pubblicata nel post di venerdì 11 indica alcune possibilità agli amici del Sud e dopo?
Vediamo.



Dicembre, Gennaio,Febbraio non si guardano.
Neppure Marzo concede possibilità a causa della temperatura media trentennale sempre troppo bassa anche per i pinicula.
Il mese di Aprile comincia a dare qualche segnale.
La pioggia sarebbe sufficiente lungo tutto l’arco alpino e l’Appennino dalla Liguria alla Calabria ma la temperatura rimane troppo bassa.
Nelle regioni che si affacciano sul tirreno la pioggia e la temperatura si avvicinano al range per edulis e pinicula ma solo a quote collinari del Lazio, Campania, Calabria e in alcune zone della Toscana. Non so se a quelle quote ci sono boschi con le fungaie di quei due porcini ma faccio un gesto di ottimismo indicando in mappa una minima possibilità per edulis e pinicula.


Non me la sento di dire che il mese di Aprile riapre la stagione dei porcini ma, in quelle regioni si possono iniziare a scaldare i motori soprattutto nel caso di temperature superiori alla media trentennale unite a un bello sbalzo termico. Se poi non succede avremo a disposizione una grande alternativa che in quel mese non ci potrà tradire: i prugnoli.

La mappa non è una previsione (quella si può fare solo con i dati reali) ha valore statistico poiché è ottenuta con il mio modello di previsione applicato ai valori di pioggia e temperature medi trentennali in tutte le regioni, non ha precedenti,  aiuta a capire la distribuzione dei porcini e può aiutare anche aiutare a trovare nuovi boschi.

Nel mio manuale ho ripetuto l’operazione descritta, nel territorio dell’Emilia Romagna utilizzando i dati ricavati da  una rete di stazioni meteo più fitta ed è venuto fuori una mappa molto più dettagliata con le zone maggiormente vocate per i porcini che  riprenderò in un prossimo post e se ti interessa  puoi vederla ed eventualmente scaricare usando il LINKTROVARE I FUNGHI PORCINI


venerdì 18 novembre 2016

L’ORARIO MIGLIORE PER ANDARE A FUNGHI. ECCO I COMMENTI.
           
Mentre scrivevo il post dell’altro giorno mi è venuto il dubbio che l’argomento fosse scontato, invece i commenti mi hanno colpito per la loro diversità e ricchezza.  Compimenti a tutti!



Mark  Io di solito vado in tarda mattinata...il motivo è semplice all'alba la visuale è scarsa, comunque peggiore, e poi incontrando tutti i raccoglitori d'assalto ognuno in concorrenza con l'altro, si fa una ricerca caotica e non rilassata...Quindi vado quando tutti quelli che fanno a spallate se ne tornano a casa e raccolgo tutti i funghi che non hanno neanche visto...e credimi non sono pochi..in più mi rilasso e mi diverto.

Albina  Io di pomeriggio, sò trovare i piccoli! 

Ornella  Essere i primi e conoscere le piante che danno

Sergio  Se conosci bene ma dico bene i luoghi i posti i versanti le creste, in base alle stagioni, quindi alle temperature, qualsiasi ora è buona....

Leonardo   Non serve andare di notte, a fine settembre ho riempito il cesto di porcini di domenica pomeriggio, quindi dopo l'assalto di tutto sabato e della mattina.

Fiorella   Quando vai a funghi o sei il primo o sei fortunato.........io non credo nella fortuna meglio essere il primo.

Gianluca  I porcini bisogna saperli cercare se vuoi fare la differenza! C'è chi va per boschi e chi va a porcino

Pierangelo  la fretta e nemica del fungo,,,,,,,,,,

Luca  L'orario migliore,secondo me...essere nel bosco per primi,poi aspettare i secondi,terzi etc. andare molto veloci avanti,facendo finta di rallentare per stanchezza,gli inseguitori ti sorpasseranno a tutta velocità pensando, arrivo prima io....e mentre loro corrono ,tu in santa pace cerchi e trovi i funghi

Gianluca. La mattina presto è preferibile, ma se si va in posti molto frequentati con abbondanza di funghi si può benissimo entrare anche dopo pranzo. Mi è capitato di entrare in un bosco alle 13 dopo che era stato ampiamente battuto e ho trovato un buon numero di porcini, basta trovare i posticini inesplorati dagli altri.

Bruno Al pomeriggio dopo le 5.

Alessandro All'ora di pranzo, quando i boschi sono quasi sempre vuoti per qualche ora.

Vincenzo Preferiamo di sera notte con il mio Amico.

mercoledì 16 novembre 2016

L’ORARIO MIGLIORE PER ANDARE A PORCINI.

Per quello che conosco mi sento di dire che ognuno di noi ha le sue abitudini consolidate e fra queste ce n’è  una che sembrerebbe mettere d’accordo tutti:
“Partire prima dell’alba per arrivare in fungaia la mattina presto prima degli altri meglio in un giorno feriale.
Purtroppo ci sono tanti motivi per i quali non sempre è possibile fare come si vorrebbe e per quanto mi riguarda debbo anche fare i conti con la pigrizia.
Alcune volte ho provato a svegliarmi presto ma ho rinunciato quando al mio arrivo in fungaia già c’erano fungaioli con le torce accese e una simpatica vecchietta che stava già tornando a casa con il cesto pieno.
Debbo anche dire che non mi entusiasma neppure l'idea di trovarmi nel bosco in piena buttata in compagnia di tanta di quella gente che mi sembra di passeggiare nel corso, senza neppure la possibilità di trovare il ricordo del silenzio che deve regnare nel bosco. Non sono neppure appassionato della gara di corsa ad ostacoli per essere il primo ad arrivare sotto quella pianta che conosciamo tutti.
Così di necessità ne ho fatta virtù,  almeno ci ho provato e ho cercato le alternative.

               
LE ALTERNATIVE.
Descrivo le due che ho trovato io.

  1. Arrivare  tre giorni prima degli altri.
Quando parte la buttata, i porcini sono fra i primi a sbucare preceduti da pochi altri; boletus satanas, regius, luridus; lactarius vellereus. In un precedente post ho citato un detto dei montanari “prima escono quelli cattivi poi quelli buoni”.
Quando ci sono solo quei funghi i boschi sono praticamente deserti, ma se le condizioni di umidità e temperatura sono gradite ai porcini si può essere certi che la buttata partirà presto e alla grande, con la prima volata  dei porcini piccoli e numerosi. I pochi fungaioli presenti in quel momento nel bosco hanno di che divertirsi e fra questi ci sono i montanari del posto che però si guardano bene dal dare energia a radio fante, così servono almeno due /tre giorni affinché la notizia si diffonda.
In uno di quei tre giorni si può arrivare nel bosco a qualunque ora ed è un sogno che ho fatto diventare reale con il mio modello di previsione.
Adesso nei momenti di cambio del tempo, comodamente seduto in poltrona, verifico la situazione con i dati di pioggia e temperatura registrati dalle stazioni meteo che ho scelto per i miei boschi a cento Km di distanza. Quando i due valori entrano nel range di produzione e ci restano per il tempo sufficiente per completare la riproduzione del micelio, parto anche alle nove del mattino, riposato, dopo una bella colazione al bar con briosce e cappuccino e senza dover fare le gare con nessuno.

  1. Arrivare nel bosco fra il turno del mattino e quello del pomeriggio.
Il turno del mattino, come ho detto sopra, inizia all’alba e quello del pomeriggio alle 14.
Può sembrare strano ma nel mezzo dai due turni il bosco torna in silenzio e questo è un bel momento per trovare i porcini.
Nel mio manuale trovare i funghi porcini scrivo così:
“E’ necessario sapere che i porcini sono creature  timide e in mezzo alla confusione si nascondono. Appena ritorna la tranquillità escono dai loro nascondigli e possono essere trovati.”
A parte l’espressione colorata,  con quella frase volevo dire che in fungaia nel momento giusto bisogna avere fiducia anche se prima di noi sono passati altri.
Nel pieno della buttata i porcini crescono velocemente e dopo poche ore si possono vedere dei funghi che magari qualche ora prima erano completamente nascosti. In più, la  ricerca senza fretta permette di vedere quella piccola cappella che esce appena dal tappeto di foglie dello stesso colore e di aprire quel mucchietto di foglie che nasconde un piccolo porcino tutto bianco senza abbronzatura che ci stà aspettando.

Per praticare le due alternative faccio le previsioni col mio modello che se vuoi puoi vedere ed eventualmente scaricare col Link:  TROVARE I FUNGHI PORCINI

domenica 13 novembre 2016

PER TROVARE I PORCINI BISOGNA SCEGLIERE I VERSANTI GIUSTI.

Qualche giorno fa l’amico Alessio ha commentato, giustamente, che per i funghi ogni anno ha la sua storia. A mia volta ho ribadito che ogni bosco ha la sua storia, basta un temporale localizzato per far esplodere un bosco e non trovare niente a pochi Km di distanza. Aggiungo che ogni versante nello stesso bosco ha la sua storia ed è fondamentale trovare quello giusto.
A tutti è capitato di trovarsi in piena buttata e vedere che anche in quelle occasioni i porcini non ci sono dappertutto, neppure nelle fungaie migliori.
Perché?
Non certo per la pioggia che in un piccolo tratto di bosco è la stessa. È vero che l’umidità del terreno non dipende solo dalla pioggia ma in un una zona limitata non può esserci una differenza di umidità tale da passare da produzione massima a zero.
La vera differenza è la temperatura del terreno che può cambiare parecchio anche a poche decine di metri di distanza. La temperatura  condiziona l’umidità e permette l’uscita dei diversi tipi di porcini.
Fino a quel momento con il mio modello di previsione utilizzavo solo la temperatura dell’aria ricavata dalle stazioni meteo ma nel bosco, grande e vario, quel dato era insufficiente e mi serviva una nuova svolta  che c’è stata in una occasione precisa.


Quella volta alla fine di Giugno io e Mara,  seguivamo un crinale in alta collina con un versante caldo esposto a sud ovest e l’altro fresco a nord ovest. Sul crinale qualche porcino c’era ma sul versante fresco era una meraviglia. Ovunque guardassimo c’erano piccoli aestivalis che facevano capolino dalle foglie, a volte da soli altre volte in coppia e sotto un cespuglio di agrifoglio ce n’era un gruppo che si faceva compagnia.
Sul versante opposto non c’era l’ombra di un porcino.
La differenza di temperatura sui due versanti era palese; si sentiva sulla pelle; si vedeva dagli alberi, sul versante fresco c’erano i faggi, su quello caldo i cerri; la rivelava il sottobosco che sul versante fresco era coperto di foglie mentre su quello caldo c’erano arbusti e erba. Insomma la diversa temperatura era palese ma non bastava a spiegare la diversa situazione dei porcini e soprattutto non bastava per capire quando era meglio visitare il versante fresco o quello caldo.    
Dovevo trovare il modo di mettere in relazione la temperatura dell’aria con quella del terreno, così il giorno dopo sono tornato nel bosco armato di un termometro dotato di sonda esterna e con quello mi sono bastate alcune misure per scoprire che fra i due versanti c’era una differenza di temperatura di tre gradi, sufficienti per giustificare il diverso comportamento.
Da quella volta il termometro non mi ha più abbandonato e dopo alcuni anni ho accumulato una banca dati con centinaia di misure  proprio vicino a un porcino in tutte le condizioni. I nuovi dati mi hanno permesso di trovare la temperatura minima massima e ottimale dell’aria e del terreno per i diversi tipi di porcino in tutte le situazioni.  
Adesso quando arrivo nel bosco faccio due misure del terreno appena fuori dalla macchina e decido se indirizzarmi sui versanti caldi o quelli freschi. Ad esempio nel bosco con i due versanti che citavo prima, scelgo il versante fresco quando la temperatura esterna è alta e viceversa.

Nel mio manuale indico le temperature minime massime e ottimali del terreno in tutte le situazioni, se ti interessa le puoi  visionare ed eventualmente scaricare usando il Link: TROVARE I FUNGHI PORCINI

venerdì 11 novembre 2016

I BOSCHI MIGLIORI PER I PORCINI NEL MESE DI NOVEMBRE.

Con il mese di Novembre, continuo la mappatura dei boschi che hanno le migliori condizioni per l’uscita dei porcini nei diversi mesi. Per ottenere questo risultato, ho applicato il mio modello di previsione ai valori di pioggia e temperature medie trentennali in tutte le regioni.
La mappatura indica i boschi più adatti per la buttata dei porcini dove i due valori medi trentennali di pioggia e temperatura sono compresi nel range di produzione.
Non mi risulta che esistano lavori simili prodotti in precedenza e pur con tutti i limiti, sta emergendo una situazione interessante che aiuta a capire meglio come si distribuiscono i porcini nella nostra penisola lunga e stretta.
Ad esempio tutti sappiamo che le Alpi sono in genere ottime nei mesi di Luglio e Agosto mentre nelle altre regioni i mesi migliori sono quelli di Settembre e Ottobre ma forse non conosciamo bene le condizioni che determinano questo risultato. Il lavoro che sto facendo risponde a questa domanda e aiuta a comprendere sempre meglio le condizioni giuste per lo sviluppo dei porcini.


LA MAPPA DI NOVEMBRE.

Con questo mese si chiude definitivamente la stagione dei porcini in tutto il paese.
Qualche flebile speranza c’è ancora ma non certo per trovare i porcini da vendere al mercato. Ieri ho fatto un giretto all'antica fiera di S. Martino, c’erano molte bancarelle che vendevano tartufi con prezzi esagerati e porcini freschi. Debbo riconoscere che i porcini non erano male ma una sola bancarella esponeva il cartello con la provenienza “Croazia”, onore al commerciante.

Nel dettaglio
Zone alpine, appenniniche, le regioni del centro  nord e adriatiche.
Non c’è alcuna possibilità con la la temperatura media che oscilla fra  -2°C a 8°C.
Toscana  lazio  Campania
Le piogge e le temperature storiche non escludono completamente la possibilità ma solo in fungaie di edulis/pinicula sotto 600mt di altezza. Nella mappa non indico alcuna zona perché non so se ci sono fungaie per quei porcini a quelle altezze ma nel caso di un Novembre particolarmente caldo e sui versanti esposti a sud/sud ovest potrebbe esserci qualche speranza soprattutto per i pinicula. Per aereus e aestivalis non se ne parla.
Calabria, Basilicata, Sardegna.
In queste regioni i valori di pioggia e temperatura si avvicinano al range di produzione mano a mano che ci si sposta a Sud ad altezze comprese fra 700/800mt. Nella mappa indico una sola zona all’estremo sud con i valori nel range per pinicula ad altezze vicino a 900mt in boschi bene esposti al caldo.
Sicilia
Fra tutte è quella con la situazione migliore sempre per i pinicula, in boschi bene esposti fino ad altezze inferiori a 1000mt. Attenzione anche alla pioggia che non è particolarmente abbondante.

Nei prossimi post completerò la pubblicazione delle mappe in tutti i mesi.

Se vuoi vedere ed eventualmente scaricare il mio modello di previsione che sto usando per completare la mappatura, puoi usare il linkTROVARE I FUNGHI PORCINI

martedì 8 novembre 2016

LA LUNA E LA CRESCITA DEI PORCINI: COMMENTI

Martedì 13 Settembre ho pubblicato uno dei risultati del mio studio sui porcini nel quale non ho trovato alcuna relazione, fra le fasi lunari, la partenza della buttata dei porcini e la sua durata.
In quell'occasione avevo preso l’impegno di raccogliere i commenti degli amici e con questo post lo mantengo, senza aggiungere alcun commento se non quello di richiamare un concetto che ho espresso nel mio manuale "trovare i funghi porcini":
“per trovare i porcini bisogna avere fiducia nei propri mezzi e convinzioni, senza fiducia è meglio stare a casa.” 
Quindi se la fiducia nella luna aiuta ad avere fiducia nei propri mezzi, male non fa.
Ecco i pareri degli amici.


Cristian: vado a funghi da 30 anni..Ci sono stati anni che ho cavato in luna piena in mezza luna con luna calante e anni che non ho visto mezzo fungo con lune di tutti i tipi..Acqua sole umidità e zero vento altro che luna.
Pierangelo: la luna non ha nessuna influenza sulla nascita dei funghi.....sole e acqua , acqua e sole.....( e umidità dell'aria o rugiada)...stop. Quello che al massimo posso pensare o domandarmi è se la luna(piena)possa avere un'influenza sulla crescita(e non nascita) e quindi in un certo modo un'influenza sulla dimensione del fungo, portando appunto una certa luminosità anche di notte(oppure una attrazione gravitazionale come con le maree).
DenisLa mia esperienza trentennale mi porta a pensarla esattamente come Giancarlo!!!
Donato:La fase lunare è iniziata il 2 e si stanno avendo i primi ritrovamenti importanti. Sarà un caso? ai posteri l'ardua sentenza.
Santo: credo che la luna possa influenzare il meteo(pressione umidità temperatura ecc)che a sua volta ha ripercussioni sulla nascita o meno dei funghi. Quindi esiste una lieve è labile influenza indiretta.
Diego: Il dibattito è sempre stato acceso io sono di Gussago provincia di Brescia ho frequentato alcuni corsi di micologia organizzati anche dalle ASL e mi ricordo che il relatore micologo dopo aver frequentato l unica " scuola" accreditata in quel di Trento mi raccontava che sempre nel Trentino in una fungai a esiste un bivacco con un diario dove chiunque può lasciare un commento dopo una battuta e analizzando anno x anno i dati ci sono state raccolte buone nei vari anni con qualsiasi tipo di luna e scarse con qualsiasi tipo di luna
Ezio: Noooooooo.
Salvatore: Per me si....anzi molto!!!  e non solo sui porcini....
Silvestro: è un mese che discutiamo di queste cose...ma i funghi non si vedono...quasi tutti credono nella luna...non solo per i funghi.


Il bello della nostra passione è anche questo. 

domenica 6 novembre 2016

ECCO PERCHÉ CONTINUO IL MIO VIAGGIO NEI BOSCHI
La ricerca dei funghi contiene un grande miscuglio di motivazioni e in tanti anni ho avuto modo di provarne alcune.


TANTE E DIVERSE MOTIVAZIONI
  L’emozioni di trovare un bel fungo, di trovarne tanti, di passare una bella giornata nel bosco, di imparare a conoscere nuovi funghi e nuovi boschi, di trovare nuovi amici di funghi e stupirli.
   La soddisfazione per il risultato ottenuto, per avere  indovinato il momento e il bosco giusto,  per aver trovato la conferma delle proprie convinzioni, per aver trovato un porcino dove si pensa debba essere.
  Il piacere di mantenere un alone di mistero sui propri luoghi di ricerca, di arrivare nel bosco prima degli altri,  di seguire un percorso stabilito in precedenza o in base alle osservazioni del momento.
  Il piacere di una ricerca senza fretta o al contrario veloce, di camminare senza l'orologio.
Secondo me ce n’è per tutti i gusti e forse questo spiega il motivo per cui siamo in tanti.

IL MIO DECALOGO.
Ovviamente non tutti diamo lo stesso valore alle cose, per quanto mi riguarda io sono arrivato a dare maggiore importanza ad alcune di queste e adesso seguo una specie di decalogo nel mio modo di andare a funghi che si può riassumere in quattro punti:


Il legame di amicizia col bosco. Per il rispetto dovuto, evito di essere in compagnia di tutti nello stesso posto nello stesso momento e cerco di non lasciare tracce del mio passaggio.
La comprensione dei processi di sviluppo dei funghi attraverso l’unione dell’esperienza con l’uso di nuovi strumenti di conoscenza per rubare i segreti del bosco quando si prepara alla buttata.
La consapevolezza della ricerca che mi porta a muovermi nel bosco seguendo un’idea.
La curiosità di imparare e conoscere ciò  che guardo, sia che si tratti di funghi oppure no.

Sarebbe interessante se qualche amico avesse la voglia di indicare la propria seconda motivazione personale escludendo la prima che è quella di trovare i funghi. 

giovedì 3 novembre 2016

PREVISIONE PER I PORCINI IN CAMPANIA E BASILICATA.
Guardo fuori dalla finestra e vedo le tre torri di S. Marino sul monte Titano sospese nel nulla in una striscia orizzontale stretta di cielo grigio perla; sotto è tutto bianco ovattato, sopra uguale.
Sono quelle situazioni che, per vederle, bastano da sole a motivare  l’attesa per l’arrivo dell’autunno che adesso c’è.


Se penso ai funghi non riesco ad andare più in la dei chiodini.
Se invece mi affido ai numeri, posso fare un salto di un mese indietro nel tempo e la prospettiva cambia.
Ieri ho fatto un giro virtuale  ad attendere i porcini in Calabria, oggi completo il viaggio al sud con la Basilicata e la Campania. Ecco il risultato.

MAPPA
Nel Cilento e Basilicata ho trovato la stessa situazione della Calabria che ho già descritto.
Cosa dire.
Quando ho iniziato a fare le previsioni nelle varie regioni d’Italia mi attendevo un comportamento diverso da regione a regione, adesso ne ho la conferma.
Quest’anno la stagione dei porcini è iniziata a Maggio e durerà fino a Novembre.
Se si riesce a elaborare previsioni attendibili, si possono ottenere tre risultati.
  1. Finire in fungaia nel momento giusto
  2. Prolungare la stagione di ricerca.
  3. Trovare nuovi boschi.

Con questo post concludo le previsioni per questa stagione a porcini. Agli amici che vorranno do appuntamento alla prossima stagione.
Sul mio blog, in attesa dei nuovi porcini, continuerò con alcuni approfondimenti che ho lasciato sospesi. 

mercoledì 2 novembre 2016

PREVISIONE PORCINI IN CALABRIA
In questo momento in Calabria c’è una situazione molto interessante confrontabile con quella registrata nel Centro Nord alla fine del mese di Settembre.
 Il mese di Settembre è stato scarso di pioggia con temperature alte in otto delle nove stazioni meteo di cui ho analizzato i dati. Il terreno ha accumulato calore in estate che non è stato disperso ne da decise riduzioni della temperatura, ne da buone piogge. Dall’analisi dei dati delle stazioni meteo si può dire che in Calabria non c’è stato quel passaggio dalle temperature calde a quelle fresche dell’autunno che i porcini attendono.
La situazione è cambiata alla fine di Ottobre e ciò che è avvenuto alla fine di Settembre al centro nord, potrebbe accadere adesso in Calabria.


SITUAZIONE GENERALE
Le stazioni meteo di cui ho esaminato i dati sono comprese fra 800mt a 1700mt di altezza.
Nel mese di Ottobre le piogge si sono distribuite in modo non omogeneo con valori compresi fra da 60 a 120mm concentrate in due eventi:
Il primo evento meteo nei primi dieci giorni del mese non è stato sufficiente per far partire la buttata, salvo in una delle stazioni esaminate.
Il secondo evento meteo dal 20 del mese in poi, ha portato la pioggia residua all’interno del range di produzione per i porcini che amano il fresco ad altezze superiori a 800/900mt mentre per quelli del caldo la temperatura giusta si riscontra nei boschi sotto gli 800mt.
In corrispondenza dei due eventi c’è stato un buono sbalzo di temperatura. Dopo il primo sbalzo la temperatura è risalita ai valori precedenti, dopo il secondo sbalzo la temperatura stà risalendo e in ogni caso il terreno ha accumulato il calore residuo dell’estate quindi è presumibile che nei prossimi giorni la temperatura del terreno sia adatta per una buttata.

MAPPA
Nelle nove stazioni di cui ho esaminato i dati, ci sono le condizioni per far partire  una buttata a tutte le altezze a condizione di scegliere bene il bosco con le migliori condizioni e i porcini da cercare.


La mappa evidenzia bene la forte differenza con un giudizio che va da nessuna a buone possibilità per una buttata.

In questa situazione, vale assolutamente la pena tenere sotto controllo le stazioni meteo giuste per i propri boschi e personalizzare la previsione con il mio modello che puoi scaricare col link trovare i funghi porcini