FUNGHI DICONO DOVE ANDARE, DOVE NON
ANDARE E QUANDO PARTIRE.
Considerato che da queste parti
il maltempo mi tiene lontano dai boschi, ne approfitto per mettere un po’ d’ordine
nelle mie idee sui funghi, anche se qualche temerario mi informa che ancora
qualche edulis e pinicola si trova nei faggi in coda alla buttata di fine
settembre.
Raggiunti gli anni della saggezza
ho rinunciato ad uscire nel bosco con la pioggia sulla testa, i rami degli
alberi fradici d’acqua che mi sbattono in faccia, il freddo che fa intirizzire
anche le mani e i vestiti che si inzuppano nonostante la mantellina. Da ragazzo
neppure me ne accorgevo.
Ricordo una mattina a pesca di
trote.
Più che un torrentello di montagna, era un
fosso ma con tutto quello che gli serviva per essere un bel torrente; un
percorso che sembrava un serpente, cascatelle,
lame d’acqua più lente e profonde, belle buche e ovunque i grappoli di fiori
gialli del maggiociondolo.
Risalendo il torrente con gli stivaloni alla
coscia e l’impermeabile fino ai piedi col cappuccio in testa, incurante di
tutto, mi capitava di dimenticare che ero lì per pescare, tanta era la voglia
di vedere com'era il torrente dietro
quella roccia più avanti che me lo nascondeva alla vista e così la mattina era
passata in un momento, sotto un’acqua fitta fitta che non smetteva mai di venire
giù. Dopo alcune ore di pioggia il piccolo torrente si era ingrossato e non era
più possibile attraversare la corrente troppo forte.
La strada per il ritorno era bloccata.
Dovevo per forza risalire il versante fino in
cima al crinale, seguirlo verso valle e quindi ridiscendere all'altezza della
macchina. Facile da dire, meno da fare. La pioggia aveva reso tutto scivoloso,
non c’erano sentieri da seguire e la vegetazione creava a tratti dei veri e propri
sbarramenti di rami e foglie fradice d’acqua.
Una settimana dopo ero ricoverato in ospedale
con la polmonite.
Quando ripenso a quel episodio non mi vengono
in mente le iniezioni di penicillina ma il ricordo di una bella giornata
passata in compagnia del torrente. Oggi non lo rifarei, né intendo celebrare
l’inno all’incoscenza ma sono convinto che non ci si può arrendere davanti
alle prime difficoltà e rischiare di perdere qualcosa di importante solo perché
non si ha avuto il coraggio di proseguire.
In fondo non è neanche certo che la causa di
quella polmonite sia stata la pioggia che avevo preso.
Il problema vero è quello di conoscere i propri
limiti e avere il buon senso di non superarli mai.
Dopo le chiacchiere torno ai
funghi.
Ieri ho raccontato come faccio
per tentare di arrivare nel bosco fra i primi e spesso ci riesco.
Oggi riprendo i commenti degli
amici che hanno commentato il post sui funghi
spia e le indicazioni che ci danno i funghi incontrati nel bosco.
Marco la vinata
e i falsi prugnoli sono considerati spie anche da me...noi consideriamo anche
il regius e il satanas non vere e proprie spie ma funghi che segnalano l’ uscita
prossima dei porcini in quanto hanno bisogno di un paio di giorni di meno...non
ho mai verificato la cosa, potrebbe essere una convinzione sbagliata, mi è
stata soltanto tramandata dal nonno.. cosa ne pensi?
Pino Sicuramente
il Clitopylus prunulus. Una volta trovai un porcino e sul gambo era proprio
attaccato un clitopylus prunulus! Incredibile ma vero. Come ci sono i funghi
che avvertono che lì vicino di porcini non ce ne sono. Come i lactarius
vellereus.
Filippo Da quello
che ho potuto notare io il Satanas ma soprattutto il Boletus Luridus è solito
fruttificare qualche giorno prima del Porcino, è una buona spia sulle
condizioni del bosco perchè di solito è sempre o quasi precursore di una
buttata di porcini...Ma da quello che ho notato credo si debba considerare
anche la tipologia del bosco in esame..... esempio in un bosco di Quercia
quando escono i Luridus è quasi certo che alcuni giorni dopo escano anche
Aestivalis e soprattutto Aereus , nel bosco di faggio invece ho notato una
discordanza sull'uscita dei Luridus e Satanas con la Fruttificazione degli
Aestivalis.
Provo a riassumere le
osservazioni degli amici che coincidono
con le mie.
Alcuni funghi che escono prima dei porcini
Boletus satanas, regius, luridus;
lactarius vellereus.
Ho sentito alcuni montanari “prima
escono quelli cattivi poi quelli buoni” a me è capitato spesso di vedere un satanas
non lontano da un porcino ma mai, nella stessa
fungaia.
Funghi spia:
Non ci sono dubbi su A. muscaria, C.Prunulus, A.rubescens,
qualche discordanza sul piperatus.
Una osservazione da approfondire
riguarda i pholiota aegerita; crescono sugli alberi soprattutto in pianura ma,
in primavera e autunno, hanno il grande pregio di uscire qualche giorno prima dei nostri, evidentemente il
micelio viene attivato dallo stesso sbalzo di temperatura. Occhio ai
piopparelli.
Alcuni funghi che escono contemporaneamente con i porcini
In generale tutti i funghi che
amano il caldo, ne segnalo due interessanti, le mazze da tamburo e a fine
estate autunno, l’ovolo buono.
Alcuni funghi che escono dopo i porcini
I funghi che amano il freddo; cito C.nebularis, chiodini.
I galletti oltre a essere interessanti in cucina, li ho trovati prima,
assieme e dopo i porcini, con le stesse piogge ma anche di più e con temperature
uguali ma anche più basse. Sono molto incuriosito dal comportamento del cantharellus cibarius e ho deciso di
studiarlo nei prossimi mesi invernali con la mia banca dati.
Non posso tenermi un dubbio simile
nella relazione fra i due e se qualcuno vuole togliersi la stessa curiosità, potrà
vedere i risultati sul blog in primavera.
Nel post di domani cerco di fare
una analisi storica per capire le
differenze che ci sono nell'uscita dei porcini fra le varie regioni d’Italia.
Bell articolo veramente....le mazze di tamburo noi diciamo reggano meglio i primi freddi...e dell ovulo si dice che cresce dopo un paio di giorni( anche se a buttata iniziata è difficile rendersene conto), ma che gli serva meno acqua per nascere....sempre convinzioni del caro nonno e di mio padre
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