Funghi

Funghi

sabato 24 settembre 2016

TUTTI NEL BOSCO A CERCARE I PORCINI; MA NON TUTTI LI TROVANO.

Nel post di ieri, che puoi rivedere sul blog, ho raccontato come la temperatura del terreno misurata con un semplice termometro da due soldi, può indirizzarci sui versanti in produzione facendo il
confronto fra la temperatura del terreno misurata, con quella ottimale ricavata dal mio modello.

Sono rare le buttate nelle quali basta entrare nel bosco per inciampare nei porcini, quasi sempre bisogna andarli a cercare a “casa loro” senza scoraggiarsi anche se non se ne vedono in giro.
La differenza di comportamento e quindi di risultato è notevole e si può indovinare stando ad osservare i fungaioli che escono dal bosco:
c’è quello stanco ma col sorriso sotto i baffi e compiaciuto che tiene nascosto il cesto. L’altro anche lui stanco, ha lo sguardo sconsolato e ballonzola il cesto da tutte le parti.
Nel bosco si leggono altrettanto bene i comportamenti dei fungaioli:
chi cammina veloce, chi si muove zigzagando, qualcuno sembra aver perso la strada, qualcun altro segue una direzione precisa e guarda caso, quest'ultimo ha il cesto più panciuto.
Camminare sui versanti giusti aumenta enormemente la possibilità di successo.


Un secondo aspetto  che ritengo molto utile per avere successo, riguarda il modo di condurre la ricerca.
Quando si incontra un fungaiolo nel bosco e soprattutto in fungaia, generalmente, quest’ultimo aumenta il passo e dopo poco si allontana, tanto che noi spesso aspettiamo che la fungaia si liberi. C’è capitato anche nell’uscita di ieri.
Al nostro arrivo la fungaia era già occupata da due fungaioli che parlavano ad alta voce con l’accento del posto. Alla nostra vista hanno affrettato la ricerca. Noi abbiamo fatto finta di non vederli ma facevamo più rumore del dovuto per essere certi di rivelare la nostra presenza. Come sperato, i due si sono allontanati presto e noi abbiamo raggiunto la fungaia solitaria per trovare in bellavista i resti della pulitura frettolosa di alcuni funghi, assieme a diversi porcini ben nascosti e sfuggiti alla ricerca altrettanto frettolosa dei due che ci avevano preceduti.
Morale della favola:
Quando si è in fungaia non bisogna farsi prendere dall’ansia.


Dalle osservazioni fatte si ricava una regola utile da seguire quando si è in fungaia.
Durante la prima volata con i funghi piccoli serve una ricerca lenta e minuziosa. Dopo si può andare più veloci, i funghi sono grossi quindi si vedono meglio ed inoltre, così facendo, si fa più strada e si scoprono posti nuovi. I risultati cambiano molto.
La mia compagna ha un carattere paziente cammina piano, con la punta del bastone sposta i piccoli mucchietti di foglie che spesso nascondono un fungo e alza i rami che coprono la base degli arbusti. Ha il tempo di sincronizzare la vista sui contrasti cromatici del momento per vedere una cappella che esce tra si e no dalle foglie, torna nello stesso posto da un’altra direzione per vederne un altro invisibile da diversa posizione. Si ferma, osserva dal basso e dopo che trova il primo insiste perché c’e anche l’altro.
Io sono meno paziente e cammino di continuo, col risultato che faccio il doppio della strada e se un fungo non è ben visibile rischio di pestarlo; “se ce n’è uno lo trovi te” sbotto io e nei primi giorni lei trova il doppio dei miei. Io invece trovo nuove fungaie. Nella seconda volata sono io a trovare più funghi e lei a fare la risentita. Si chiama lavoro di squadra.
Nei prossimi post cercherò di dare alcuni indizi per aiutare a riconoscere le fungaie.

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