TROVARE I FUNGHI PORCINI.
Un modo nuovo per aprire la porta di casa e
conoscere ciò che accade nel proprio bosco e in quelli degli altri, con la
curiosità e l’attenzione necessaria per leggere i segnali del bosco e scoprirne
i segreti.
Nel mio
viaggio tra i porcini ho trovato due
gemme preziose che conservo con gelosia.
La prima
quando ho compreso che se vogliamo trovare i funghi, bisogna sapere che i regali del bosco vanno meritati. Il
bosco è un luogo fantastico di cui si può diventare amici, a condizione che ci sia rispetto.
La seconda gemma l’ho scoperta
grazie all’amicizia con un montanaro dal
quale ho imparato a guardare il bosco con occhi per me nuovi, per lui
familiari.
Lui sa che
alla fine della primavera dopo nove giorni da una bella pioggia, è bene
visitare il bosco di castagni. A settembre, sempre dopo nove giorni, ritorna
nel castagneto, al decimo sale nelle querce e al dodicesimo nei faggi.
Sa bene che
quella regola è valida, solo se il bosco è pronto e lui sa leggere i segnali;
Conosce
perfettamente le fungaie che batte tutti gli anni; il caldo, la pioggia, il
vento, la nebbia e gli sbalzi di temperatura gli sono noti semplicemente
aprendo la porta di casa; riconosce il profumo di fungo che sale dal terreno
quando si prepara alla buttata e l’aspetto del bosco secco col terreno duro e
polveroso; sa vedere quando il terreno “bolle” nei giorni delle “calde-fredde”,
con il vapore più caldo dell’aria che sale dal suolo umido; sa che le foglie
degli alberi che seccano e cadono troppo presto, sono segni chiari di un’estate
troppo secca e che quell’anno si vedranno ben pochi funghi; alla fine di agosto
inizia a falciare l’erba nel castagneto e la accumula ai lati per costruire un
piccolo argine, con lo scopo di fermare le castagne quando cadranno e
impedirgli di rotolare lungo il pendio; sotto l’erba scopre anticipatamente
qualche galletto, qualche funghetto che non conosce e, in un angolo riparato,
delle strane muffe bianche non classificabili. Il giorno dopo, prima dell’alba,
il nostro uomo è ancora nel castagneto per il suo lavoro e chiaramente anticipa
chiunque altro.
Nessuno può
competere con lui a meno di trasferire la casa nel bosco, ma se ciò non è
possibile, l’unica soluzione è portare
il bosco nella nostra casa, ed è stato proprio questa la spinta per ragionare
e incrociare la mia banca dati sui
porcini, con i dati rilevati dalle stazioni meteo, fino a trovare la relazione che intercorre fra la pioggia, la
temperatura e la quantità di porcini.
Sono relazioni
molto ben conosciute ai produttori dei funghi coltivati che fanno sbucare i
prataioli quando li richiede il mercato e non la luna, ma una cosa è farlo in
un capannone controllato, altra cosa è cercare di comprenderlo in natura.
La ricerca
dei funghi segue un metodo che non è mai cambiato nel tempo nonostante le
informazioni che ciascuno può trovare facilmente su internet.
Il nuovo modello di previsione “TROVARE
I FUNGHI PORCINI” che propongo e che mi sembra non abbia analoghi, mette
ciascuno di noi nelle condizioni di aprire la porta di casa propria in città e
vedere in diretta ciò che sta accadendo nel proprio bosco ma anche nei boschi degli
altri.
Per applicare
il modello di previsione bisogna accettare che i funghi si possono cercare
anche passando un po’ di tempo a spulciare i dati meteo e salire in macchina
solo quando le condizioni sono quelle giuste.
Il metodo
conserva lo spirito dell’amico montanaro; la curiosità e l’attenzione necessaria
per leggere i segnali del bosco e scoprirne i segreti, utilizzando strumenti
più incisivi capaci di spaziare in un territorio molto più ampio e fornire una
risposta razionale ai fenomeni naturali che osserviamo.
Se ti interessa approfondire puoi seguire i post sul blog oppure scaricare il modello completo utilizzando il link;
Se ti interessa approfondire puoi seguire i post sul blog oppure scaricare il modello completo utilizzando il link;
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