UN USCITA A PORCINI IN COMPAGNIA MIA E DI MARA.
Seconda tappa. La scelta del “bosco sacro” alla giusta
altezza.
Oggi pubblico la seconda parte
del racconto di un uscita a porcini in tre momenti (reale) assieme alla mia
compagna, all'inizio di Giugno per capire il modo in cui prepariamo
l’uscita, scegliamo i boschi, l’altezza e come conduciamo la ricerca,
utilizzando il mio MODELLO DI PREVISIONE.
Se hai voglia di seguirci, perdi
due minuti.
2. Il “bosco sacro” all’altezza giusta.
Domenica in macchina sulla strada
per l’Appennino iniziamo a discutere i dettagli dell’uscita purtroppo siamo
continuamente distratti dai gruppi di ciclisti che pensano di essere al giro
d’Italia e invadono tutta la corsia, così ci fermiamo per un caffè.
Di domenica, alle otto e mezzo
del mattino non abbiamo certo la pretesa di arrivare all’alba nel bosco, tanto
vale prendersela comoda.
La scommessa è quella di essere
in anticipo di due o tre giorni sugli altri quindi l’orario non conta, conta
invece scegliere il bosco all'altezza giusta.
“Ricapitoliamo”
dico io
“la temperatura è ancora bassa e non possiamo attenderci un’esplosione
di porcini.
In questa stagione il terreno è fresco, la temperatura sale ma
lentamente e la pioggia non provoca lo choc termico per svegliare il micelio
come in estate quando la pioggia cade sul terreno caldo con conseguente “calda fredda”.
In queste condizioni dobbiamo
cercare nelle fungaie più calde che conosciamo”.
“se è così”
risponde Mara
“la situazione migliore può essere quel tratto di bosco più riparato e
caldo in prossimità del torrente, altre tutto ci sono anche fungaie di galletti
che escono prima degli aestivalis e non sono niente male per un sughetto oppure
sott’olio cotti in acqua e aceto”.
“Sono d’accordo”
commento io
“in questo modo evitiamo anche di perdere tempo e fatica nelle fungaie
di aereus che vogliono più caldo ma per avere un idea non mi dispiacerebbe
misurare la temperatura del terreno alla stessa altezza della stazione meteo, in macchina ci mettiamo cinque minuti.”
Effettivamente la verifica da l'esito previsto.
A 800 mt di altezza la temperatura
sarebbe adatta per gli edulis che in quel tratto di bosco non ci sono e così
decidiamo di partire da quota 500mt. dove sicuramente ci sono alcuni gradi in
più e gli estatini sono di casa.
Solo dopo aver fatto i conti
per programmare l’uscita, mi rendo conto che la parte minoritaria di ingegnere
che è in me ha sempre la forza sufficiente per ricondurre tutto al pensiero
razionale.
Per fortuna conservo quel po’ di quella lucidità
che mi basta per rimettere il pensiero razionale al suo posto.
I numeri mi aiutano a comprendere
meglio il bosco e più lo conosco, più lo rispetto senza però dimenticare mai che
non si mette piede nel bosco solo con lo scopo di riempire un cesto di porcini.
Il bosco è il luogo sacro che gli antichi romani pensavano abitato
dal genio tutore della sua sacralità. Per attraversare il bosco sacro dei romani bisogna
ingraziarsi il genio che lo abita e c’è un solo modo per farlo, entrare nel bosco “grande vivente” in punta di piedi e comportarsi come ospite a casa
di un amico.
Io, forse, ho visto il genio tutore,
anzi erano in tre nascosti nel cavo di un tronco d’albero ma non li ho potuti
chiamare per nome che non conosco, se qualcuno è in grado di aiutarmi lo ringrazio.
Ciao Giancarlo, dalla foto direi che si tratta di Coprinellus micaceus. Ti voglio rinnovare i complimenti per il manuale che ho cominciato a leggere oggi e...aspetto il prossimo post! P. S. La mappa mi ha aiutato Venerdì scorso a trovare i primi porcini dell'anno!
RispondiEliminaCiao Riccardo mi fa molto piacere tutto quello che hai scritto. Se ti serve una mano per applicare il modello sono a tua disposizione
RispondiEliminaGrazie! Per uno come me, studente in ingegneria informatica con la passione per i funghi, tutto ciò è stata una bellissima scoperta!
Eliminaè un mio piacere incontrare persone con le quali posso condividere passioni e pensieri. Ciao Riccardo
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