Funghi

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lunedì 11 giugno 2018

ECCO DOVE ABBIAMO TROVATO I PORCINI A GIUGNO.

Oggi pubblico la terza parte del racconto di un uscita a porcini   assieme alla mia compagna, all'inizio di Giugno per capire il modo in cui prepariamo l’uscita, scegliamo i boschi, l’altezza e come conduciamo la ricerca, utilizzando il mio MODELLO DI PREVISIONE.

Se hai voglia, seguici in una ricerca mirata senza fretta con questo risultato.




L’emozione di un porcino trovato nel posto giusto funziona come un pieno di benzina nella macchina quando la spia del serbatoio segna rosso profondo. L’adrenalina allontana ogni stanchezza e posso ripartire con rinnovata energia ma questo forse accadrà fra qualche ora, adesso l’emozione è quella che provo subito appena scendo dalla macchina lungo la mulattiera.
Sulla pelle sento il piacere dell’aria frizzantina e  limpida che aiuta lo sguardo a cercare i punti di riferimento lontani, guardo i colori, sento i profumi, i canti degli uccelli, il verso d’allarme di un capriolo, il chiacchiericcio dell’acqua che salta fra i sassi di un fosso, osservo le impronte a terra dove provo a trovare quelle di un lupo o un cinghiale,  la forma di un albero strano, le orchidee … e sono contento.
Tutto quanto attorno mi ricorda ancora una volta il motivo che da sempre mi porta ad essere qui con ogni tempo in ogni stagione e potrei fermarmi a cazzeggiare a lungo come sto facendo tanto che Mara, con tatto, mi riporta sulla terra:

“direi di seguire la mulattiera e raggiungere in fretta le fungaie in basso”

“…e allora muoviamoci” aggiungo io.
Nel bosco sento subito la differenza rispetto all’arrivo.
l’aria è ferma direi umida, pesante.
Mi aspetto di inciampare nei funghi e purtroppo non è così anzi non se ne vede mezzo. Un piccolo senso di delusione è già in agguato, per fortuna è ancora una volta Mara che risolve le cose:
“Vieni un po’ qui”
Mi precipito!
È in ginocchio su un tappeto di foglie secche e sposta delicatamente quelle vicine a un galletto,  dove ne compare un altro, poi un altro ancora. Ben presto l’unico galletto prima visibile si trasforma in una bollata di galletti tutti freschi e cicciuti come debbono essere alla partenza della buttata.
Questo è il momento giusto per fermarsi e guardare senza fare nulla.

È utile memorizzare i colori con la luce di quel momento, osservare le condizioni del bosco, ragionare con la temperatura del terreno per confermare o correggere il tiro e trovare la concentrazione che serve per fare uscire i funghi dai nascondigli dove stanno nascosti.

Ecco un verdone, la c’è un gruppo di russole rosse, due lattari, altri galletti e quella? Una splendida rubescens ancora chiusa in bella vista che fa muovere la macchina fotografica poi, quando decide lui, compare anche sua maestà il porcino che sapevamo già essere in zona.

Dopo un paio di ore nel cesto ci sono diversi aestivalis, molti galletti e russole fresche senza vermi da aggiungere in padella al misto per le tagliatelle tagliate spesse e strette.
Possiamo essere soddisfatti.
Abbiamo ragionato, battuto un bel tratto di bosco alla stessa altezza, fatta una buona raccolta e adesso potremmo tornarcene a casa soddisfatti, invece …. propongo a Mara  una piccola deviazione.
“te la senti di salire fino ai faggi?”
“perché mai?”
Dice Lei
“È una bella sfacchinata, l’umidità è la stessa ma il terreno è sicuramente più freddo e rischiamo di non trovare neanche un fungo”.
“Ma possiamo trovare la conferma di quello che tu dici!”
commento io
“Vuoi mettere la soddisfazione!”
La curiosità di Mara non Le permette di dire di no e allora su verso i faggi dove la verifica ha pieno successo e proprio vicino a una sorgente senza funghi in giro tiriamo fuori il panino e le ciliegie.
Confesso che dopo il panino mi sono appisolato con il cesto sotto la testa a fare da cuscino.


È stata una bella giornata, abbiamo trovato un sacco di roba e anche i funghi, siamo contenti e ce ne torniamo a casa con la voglia di ripartire.

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