UN
FUNGO DI CUI ANCORA NON SI CONOSCE TUTTO.
“Gli uomini più abili se ne sono
occupati; credettero di aver scoperto il seme, promisero che se ne sarebbero
seminati a volontà. Sforzi inutili promesse menzognere” ( da: la filosofia del gusto-Parigi 1865).
In questo giugno altalenante, la mappa
dei porcini segnala qualche movimento.
Per scaramanzia oggi voglio parlare di un altro fungo che in questo momento mi dà delle belle soddisfazioni.
I TARTUFI
Sono partito dall’inizio parecchi anni fa con:
L’IMPIANTO DI UNA TARTUFAIA.
In primavera ho fatto germogliare le ghiande, le ho immerse in una poltiglia di tartufo sminuzzato e acqua quindi le ho piantate in vasetti con terreno sterile.
In autunno ho trapiantato le piantine in un terreno incolto, argilloso, in forte pendenza inutilizzabile per altri scopi e ho aspettato ... aspettato ….. e intanto continuavo a piantare piantine.
Dieci anni dopo i primi trapianti, in primavera mentre ero nell’orto a legare i pomodori è arrivata bella scodinzolando per avere il premio …
in bocca teneva
uno scorzone grosso come una patata.
Adesso in quel calanco c’è un bosco con alberi grandi e piccoli e sotto alcuni trovo gli scorzoni.
Adesso in quel calanco c’è un bosco con alberi grandi e piccoli e sotto alcuni trovo gli scorzoni.
Ho la speranza che l’ossigeno prodotto dal mio bosco possa compensare l’anidride carbonica emessa dai miei consumi.
Il secondo passaggio richiedeva:
bella è argo si sono aggiunti alla famiglia appena cuccioli e subito ho iniziato a giocare con palline di tartufo che nascondevo vicino a una crosta di formaggio mentre li incitavo a trovarli con un “cerca”. Scoperto il tesoro (aiutato) lasciavo che mangiassero la crosta come premio e mi riprendevo il tartufo avendo cura di farlo annusare bene.
Giorno
dopo giorno nascondevo sempre meglio il tartufo e il formaggio, anche sotto
poca terra o un sasso per fargli comprendere che per trovarli e mangiare il
formaggio potevano utilizzare l’olfatto.
A quel punto ho iniziato a sotterrare solo il tartufo la sera prima del gioco, la mattina loro lo trovavano seguendo l’odore e ricevevano il formaggio in premio.
Finito l’addestramento “teorico” sono passato sul campo con l’aiuto di un bravo cane guida da tartufo bene addestrato che loro seguivano e imitavano.
Dopo alcune uscite erano pronti a fare da soli e questo è il risultato di un giretto di qualche giorno fa nel mio bosco che cresce.
A quel punto ho iniziato a sotterrare solo il tartufo la sera prima del gioco, la mattina loro lo trovavano seguendo l’odore e ricevevano il formaggio in premio.
Finito l’addestramento “teorico” sono passato sul campo con l’aiuto di un bravo cane guida da tartufo bene addestrato che loro seguivano e imitavano.
Dopo alcune uscite erano pronti a fare da soli e questo è il risultato di un giretto di qualche giorno fa nel mio bosco che cresce.
Visto che tutta l’operazione è stata tutto sommato semplice, grazie all’intelligenza dei cani, ho tentato un altro addestramento.
Ho provato a ripetere l’addestramento di bella e argo utilizzando i prugnoli e i porcini invece dei tartufi.
Fino alla fase di addestramento “teorica” è andato tutto bene, i due trovavano sia i prugnoli che i porcini da me nascosti senza alcun problema.
Nel bosco con i prugnoli ho avuto qualche risultato ma con i porcini …. zero, forse perché non avevo un cane guida o a casa sentivano l'odore delle mie mani, comunque non ho insistito.
Non so se questa sia una pratica consentita ma ciò che
è certo e che con un cane da prugnoli ben addestrato si possono trovare le
prugnolaie più segrete nei boschi fitti.
L’ultimo passaggio è stato in cucina,
particolarmente impegnativo perché sto parlando del tartufo estivo, lo
scorzone, certamente meno profumato del bianco e del nero pregiato.
Mi è venuto in aiuto un amico con un’antica ricetta che valorizza molto lo scorzone e la racconto:
UN’ANTICA
RICETTA PER GLI SCORZONI.
Portare in ebollizione una parte di brodo con una parte di olio e burro, in piena ebollizione si aggiunge il tartufo estivo affettato solo per qualche secondo. Attendere che il composto si raffreddi prima di aggiungere un po' di parmigiano grattato.
Mi è venuto in aiuto un amico con un’antica ricetta che valorizza molto lo scorzone e la racconto:
Portare in ebollizione una parte di brodo con una parte di olio e burro, in piena ebollizione si aggiunge il tartufo estivo affettato solo per qualche secondo. Attendere che il composto si raffreddi prima di aggiungere un po' di parmigiano grattato.
Abbrustolire le fette di pane toscano, toccarle
appena nel brodo solo su un lato, coprirle bene col composto di tartufo e
qualche fetta di tartufo fresco.
Lo stesso condimento può essere usato per le tagliatelle.
Lo stesso condimento può essere usato per le tagliatelle.
Provare per credere.
Come si vede anche dalla foto, in questo momento il tartufo è ancora bianco e non vale la pena raccoglierlo, meglio lasciarlo al suo posto per continuare a diffondere le spore.
Anche mio nonno ha piantato una piccola tartufaia una quindicina d'anni fa e da qualche anno ci stiamo divertendo... È stato bello vedere i primi scorzoni spuntare dal terreno 😁
RispondiEliminacerto sono piccole cose ma.... hanno un buon sapore
EliminaCiao Giancarlo, la prima pioggia è arrivata e qualcosa si è acceso...mi sa di strano per Cardeto con soli 46 mm di pioggia...da informazioni avute dovrebbe essere di più...e oggi nel pomeriggio dovrebbe esserci qualche altro temporale di montagna...attendo aggiornamenti e cerco di tenermi pronto a qualche uscita per il prossimo fine settimana tu che dici?
RispondiEliminaCiao Roby aspettiamo qualche giorno ma direi che è interessante
RispondiEliminaAttendiamo 👍
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