I FUNGHI BUONI DA RACCOGLIERE E CERCARE NEI
POSTI GIUSTI.
Parto da un sondaggio che ho promosso nel gruppo di mappa dei porcini
In totale ci sino state 533 risposte e di queste ben 350, cioè il 66%, dicono di destinare al consumo fino a 5 tipi di funghi e se si sommano tutte le risposte fino a 10 tipi e precedenti, si ottiene la percentuale del 93%.
Insomma la stragrande maggioranza delle risposte dicono chiaramente che i funghi destinati alla tavola sono pochi.
“coi funghi non si scherza”
E a mio avviso è una grande verità!
Solo dalle foto non si possono determinare le caratteristiche fondamentali del genere a cui il fungo appartiene come il profumo, se il gambo e la cappella sono omogenei o eterogenei, il viraggio del colore della carne, il colore della sporata, habitat ….
Una volta individuato il genere, cosa non semplicissima visto che ce ne sono oltre 20, bisogna determinare con esattezza il tipo di fungo e per esempio, solo nel genere amanita ce ne sono molte decine alcune delle quali mortali.
Spesso ripenso a un caro amico scomparso.
Per Lui montanaro e fungaiolo c’erano solo 4 funghi che meritassero attenzione; Il fungo, (cioè il porcino unico degno del nome); la funga (grifola frondosa); i galletti e i turini (prataioli), gli altri erano quelli cattivi.
Per Lui montanaro e fungaiolo c’erano solo 4 funghi che meritassero attenzione; Il fungo, (cioè il porcino unico degno del nome); la funga (grifola frondosa); i galletti e i turini (prataioli), gli altri erano quelli cattivi.
Lui era in
sintonia col bosco, sapeva dove facevano e li andava semplicemente a prendere nel momento giusto. Io ho sempre
desiderato poterlo imitare ma non abito nel bosco e non potevo ma adesso posso.
Certo non con la sua precisione ma attraverso il mio modello di previsione che
propongo posso avere un’idea sufficiente delle condizioni del bosco anche a
centinaia Km di distanza. Posso decidere di prendere l’auto per una visita di
cortesia all’amico bosco ma a funghi ci vado quando ci sono le condizioni
giuste evitando di sprecare benzina per tante uscite a vuoto e anche questo ha
modificato nel tempo il mio modo di andare a funghi.
Da ragazzo raccoglievo tutto ciò che potevo:
russole che non pizzicassero all’assaggio (dopo la prima pizzicavano tutte), boleti di ogni genere, lepiote, prataioli, galletti, steccherini, tricoloma …. e tanti vermi.
A casa confrontavo il raccolto con le descrizioni dei libri e nel dubbio cercavo la conferma con un amico più esperto.
Tanti funghi raccolti finivano subito nei rifiuti e altrettanti, conservati sott’olio, seccati o congelati, sempre troppi per
poterli mangiare tutti, finivano spesso nel rusco un anno dopo.
Poi, un
giorno di settembre di tanti anni fa mi era arrivata la telefonata da un amico
di funghi:
“Giancarlo, sono usciti i prataioli in collina, fra mezz’ora passo a prendere te e Mara”
Un’ora dopo eravamo sui prati letteralmente coperti di funghi bianchi con decine di raccoglitori che riempivano di tutto e anche noi in pochi minuti avevamo riempito i cesti. Una parte del raccolto era finito in padella la sera stessa ed erano buoni ma c’era qualcosa che non mi tornava. Dopo cena avevo ripreso in mano alcuni di quei funghi per fare il controllo che avrei dovuto fare prima della padella:
“Gambo e cappello eterogenei, lamelle staccate dal gambo tozzo al piede, niente volva”
bene
“anello molto regolare, carne bianca, gambo slanciato e fibroso”.
mmhhh….
I dubbi crescevano così decidevo la prova del nove con un cappello rovesciato su un foglio bianco per far cadere le spore che per i prataioli dovevano essere più o meno marroni.
La mattina ero andato a controllare abbastanza tranquillo, in fondo ero ancora vivo ma davanti al foglio bianco ero rimasto imbalsamato per alcuni istanti, la sporata aveva lo stesso colore del foglio!
Non erano prataioli ma LEPIOTA NAUCINA!
“Giancarlo, sono usciti i prataioli in collina, fra mezz’ora passo a prendere te e Mara”
Un’ora dopo eravamo sui prati letteralmente coperti di funghi bianchi con decine di raccoglitori che riempivano di tutto e anche noi in pochi minuti avevamo riempito i cesti. Una parte del raccolto era finito in padella la sera stessa ed erano buoni ma c’era qualcosa che non mi tornava. Dopo cena avevo ripreso in mano alcuni di quei funghi per fare il controllo che avrei dovuto fare prima della padella:
“Gambo e cappello eterogenei, lamelle staccate dal gambo tozzo al piede, niente volva”
bene
“anello molto regolare, carne bianca, gambo slanciato e fibroso”.
mmhhh….
I dubbi crescevano così decidevo la prova del nove con un cappello rovesciato su un foglio bianco per far cadere le spore che per i prataioli dovevano essere più o meno marroni.
La mattina ero andato a controllare abbastanza tranquillo, in fondo ero ancora vivo ma davanti al foglio bianco ero rimasto imbalsamato per alcuni istanti, la sporata aveva lo stesso colore del foglio!
Non erano prataioli ma LEPIOTA NAUCINA!
Il santo protettore degli apprendisti fungaioli me l’aveva mandata buona ma non potevo certo continuare ad approfittarne.
Questo modo di andare a funghi per fare bottino senza rispetto per il bosco e per me stesso non andava bene proprio per niente.
Oggi quando
vedo un fungo ho la necessità di chiamarlo
per nome e cognome, se non mi risponde non sono soddisfatto fino a quando
non risolvo il mistero e non riguarda solo i funghi.
È una vera esigenza, ho bisogno di sentirmi in sintonia col bosco per comprendere i suoi suggerimenti ed è possibile solo se riconosco ciò che vedo, sia esso un fungo, un albero, un vegetale o un animale:
È una vera esigenza, ho bisogno di sentirmi in sintonia col bosco per comprendere i suoi suggerimenti ed è possibile solo se riconosco ciò che vedo, sia esso un fungo, un albero, un vegetale o un animale:
I funghi spia che condividono le fungaie ed escono circa con le stesse condizioni di pioggia e temperatura
I funghi che anticipano i porcini
Quelli che indicano la fine delle stagioni dei porcini
Quelli che vogliono terreni completamente diversi dai porcini
Il comportamento dei versanti con diversa esposizione
Il tipo di bosco e sottobosco
La temperatura del terreno
I canaloni umidi
L’effetto del vento
La calda fredda
La grandine
Il bosco assolato e quello perennemente all’ombra
…………………………………………..
Sono ormai anni che mi faccio domande e molte risposte le ho trovate come ho raccontato nel mio secondo manuale.
Io e Mara
abbiamo imparato assieme a interpretare i segnali del bosco e a volte Lei si
ferma come fulminata pronunciando la fatidica frase:
“se fossi un porcino nascerei li”
e il più delle volte ci prende.
Il bello è
che dopo ogni risposta esce una nuova
domanda con nuovi segreti da scoprire e la ricerca non finisce mai.
“se fossi un porcino nascerei li”
e il più delle volte ci prende.
Ciao Giancarlo! Forse qua hai avuto una piccola svista coi numeri "il 93% ne consumano fino a 10 tipi." scritto così è fuorviante 😉
RispondiEliminaCiao Riccardo effettivamente è meglio precisare che il 93% deriva dalla somma di tutte le risposte fino a 10 tipi
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